
Val di Mezzo.
Vipiteno

Vipiteno.
Siamo arrivati qui una mattina d’estate, il sole che brillava tutto attorno ci ha dato il benvenuto. Davanti a noi, la Torre delle Dodici si stagliava contro il cielo, fiera e silenziosa, custode di secoli di vita e di storie. Costruita nel Quattrocento, oggi è il simbolo di Vipiteno, il punto in cui la città si divide: da una parte la Città Vecchia, dall’altra quella Nuova.

Torre delle Dodici, Vipiteno.
Camminare per le stradine acciottolate del centro è come sfogliare un libro illustrato. Case dai colori pastello, balconi fioriti, insegne in ferro battuto che raccontano di botteghe, di viaggiatori e mercanti ci hanno riempito gli occhi di splendore. Il profumo di “strudel” ci ha accompagnato per tutta la passeggiata insieme a quello del legno bagnato e della montagna. Intorno a noi, le Alpi sembravano proteggere il borgo come in un abbraccio.
Vipiteno è la città più a nord d’Italia, abbracciata dalla Valle Isarco e sovrastata da vette imponenti come il Monte Cavallo, la Cima Gallina e la Cima di Stilves. D’inverno, si trasforma in una piccola regina delle nevi. Ma anche fuori stagione, sa incantare. E’ il luogo perfetto per ritrovare una dimensione più lenta, più vera ma soprattutto punto di partenza per tanti trekking!

Vipiteno.
Per visitare il centro di Vipiteno basta mezza giornata, è vero. Ma per ascoltare davvero ciò che ha da raccontare, le sue miniere, i castelli nascosti tra i boschi, i sentieri che si arrampicano fino a panorami che tolgono il fiato, servono almeno due giorni pieni. E forse anche qualcosa in più: la voglia di lasciarsi andare, di ascoltare, di respirare.
Rifugio Vedretta Piana
- Partenza: Museo provinciale delle miniere (Ridanna)
- Arrivo: Rifugio Vedretta Piana, 2.254 metri s.l.m.
- Dislivello: 1.000 m
- Durata: 6 ore totali (in base al passo)
- Difficoltà: Escursionistico (E)

Rifugio Vedretta Piana.
Siamo partiti da Ridanna, lasciando l’auto nel parcheggio vicino al Museo Provinciale delle Miniere, punto di partenza ideale per questa avventura. Zaini in spalla e via!

Rifugio Vedretta Piana.
Il sentiero, ben segnalato (prima con il numero 9, poi 9B), inizia prima con una salita dolce attraverso boschi incantati di larici, pini cembri e abeti rossi. Fin da subito sembra di camminare dentro una fiaba. Si percepiva a tatto una magia sottile che si insinuava tra gli alberi e si faceva spazio nel cuore.

Rifugio Vedretta Piana.
Dopo un po’, il percorso si fa più ripido e si snoda tra alpeggi che regalano scorci spettacolari. Il sottofondo sonoro dell’intera escursione è uno dei dettagli più memorabili.

Rifugio Vedretta Piana.
Il fragore dell’acqua ci ha accompagnato in maniera costante, torrenti impetuosi, ruscelli che scorrevano sotto i nostri piedi e sotto ponticelli in legno, e poi cascate su cascate che apparivano all’improvviso come gioielli nascosti nella vegetazione.

Rifugio Vedretta Piana.
Tra i tratti più suggestivi, la salita lungo il Rio Fernerbach. Qui l’acqua danza tra le rocce creando cascatelle che sembrano uscite da un dipinto. Man mano che si sale, il paesaggio si apre. La valle si allarga, le vette si fanno più vicine. Ci fermavamo spesso, a volte per scattare una foto, altre semplicemente per respirare a pieni polmoni e sentire il vento sul viso. Ogni passo invitava a rallentare, ad ascoltare, a esserci davvero.

Rifugio Vedretta Piana.
Siamo ai piedi dell’antico Ghiacciaio di Malavalle, che un tempo arrivava fin quasi al rifugio e che oggi, seppur più lontano, resta imponente e quasi surreale.

Rifugio Vedretta Piana.
Il rifugio, semplice e accogliente, ci ha accolto con piatti caldi, impossibile non assaggiare i nostri amati canederli, e con sorrisi sinceri che sanno di montagna.

Rifugio Vedretta Piana.
La Val di Mezzo

Val di Mezzo.
Le Cascate di Gurgl

Cascate di Gurgl.
Il sentiero, facile e adatto anche alle famiglie, si snoda tra un fitto bosco dove è possibile incontrare piante di mirtilli e lamponi, mentre panorami mozzafiato si aprono sul pittoresco borgo sottostante.

Val di Mezzo.
Arrivati alle cascate, lo spettacolo è travolgente! L’acqua si getta con forza da oltre 20 metri, sprigionando un’energia primordiale che si percepisce nel petto. Restiamo in silenzio, catturati dal suono fragoroso e dal profumo intenso della natura circostante, lasciandoci avvolgere da un’atmosfera rigenerante. In quei momenti, tutto il resto svanisce.

Cascate di Gurgl.

