Val di Mezzo: Vipiteno, Rifugio Vedretta Piana e Cascate di Gurgl

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Durante il nostro viaggio in Trentino Alto Adige sentivamo il bisogno di staccare davvero, di silenzio, di verde a perdita d’occhio e di cielo terso. Ma soprattutto di sentieri da percorrere con il passo lento e il cuore aperto. Volevamo regalarci un respiro profondo, lontano dalla frenesia e vicino a ciò che è essenziale.
Così siamo partiti verso il cuore dell’Alto Adige, inseguendo la voglia di montagna e il desiderio di scoprire luoghi autentici, ancora poco toccati dal turismo di massa. Quello che abbiamo trovato è stato molto di più di quanto ci aspettavamo: è stata un’esperienza fantastica, un abbraccio della natura, fatta di paesaggi maestosi, incontri inaspettati e momenti che si imprimono nell’anima.

Val di Mezzo.

In questo nuovo racconto vi farò pertanto scoprire il sentiero che porta al Rifugio Vedretta Piana, ci perderemo poi tra le viuzze del borgo incantato di Vipiteno, ed infine passeggeremo nella Val di Mezzo ammirando le suggestive Cascate di Gurgl.
Un percorso unico tra natura, storia e puro incanto!

Vipiteno

C’è un luogo, incastonato tra le montagne dell’Alto Adige, dove sembra che il tempo abbia scelto di rallentare. Dove le cime alpine sfiorano il cielo e le strade parlano con la voce della storia. È Vipiteno un borgo che più che visitare, si attraversa in punta di piedi, lasciandosi guidare dai profumi, dai colori e da una bellezza sincera che ti entra dentro piano piano.

Vipiteno.

Siamo arrivati qui una mattina d’estate, il sole che brillava tutto attorno ci ha dato il benvenuto. Davanti a noi, la Torre delle Dodici si stagliava contro il cielo, fiera e silenziosa, custode di secoli di vita e di storie. Costruita nel Quattrocento, oggi è il simbolo di Vipiteno, il punto in cui la città si divide: da una parte la Città Vecchia, dall’altra quella Nuova.

Torre delle Dodici, Vipiteno.

Camminare per le stradine acciottolate del centro è come sfogliare un libro illustrato. Case dai colori pastello, balconi fioriti, insegne in ferro battuto che raccontano di botteghe, di viaggiatori e mercanti ci hanno riempito gli occhi di splendore. Il profumo di “strudel” ci ha accompagnato per tutta la passeggiata insieme a quello del legno bagnato e della montagna. Intorno a noi, le Alpi sembravano proteggere il borgo come in un abbraccio.

Vipiteno è la città più a nord d’Italia, abbracciata dalla Valle Isarco e sovrastata da vette imponenti come il Monte Cavallo, la Cima Gallina e la Cima di Stilves. D’inverno, si trasforma in una piccola regina delle nevi. Ma anche fuori stagione, sa incantare. E’ il luogo perfetto per ritrovare una dimensione più lenta, più vera ma soprattutto punto di partenza per tanti trekking!

Vipiteno.

Per visitare il centro di Vipiteno basta mezza giornata, è vero. Ma per ascoltare davvero ciò che ha da raccontare, le sue miniere, i castelli nascosti tra i boschi, i sentieri che si arrampicano fino a panorami che tolgono il fiato, servono almeno due giorni pieni. E forse anche qualcosa in più: la voglia di lasciarsi andare, di ascoltare, di respirare.

Vipiteno non è solo un borgo da cartolina. È un luogo che ti resta addosso. Un angolo d’Italia dove si va per curiosità, ma si visita con amore.

Rifugio Vedretta Piana

Dati tecnici del percorso
  • Partenza: Museo provinciale delle miniere (Ridanna)
  • Arrivo: Rifugio Vedretta Piana, 2.254 metri s.l.m.
  • Dislivello: 1.000 m
  • Durata: 6 ore totali (in base al passo)
  • Difficoltà: Escursionistico (E)
Il nostro secondo giorno nella splendida Val di Mezzo è stato dedicato all’esplorazione del Rifugio Vedretta Piana, a 2.254 metri di altitudine.

Rifugio Vedretta Piana.

Siamo partiti da Ridanna, lasciando l’auto nel parcheggio vicino al Museo Provinciale delle Miniere, punto di partenza ideale per questa avventura. Zaini in spalla e via!

Fin dai primi passi si percepisce l’energia autentica della valle: l’aria è frizzante, profuma di resina e di erba bagnata, mentre le montagne ci accolgono come custodi antiche e austere.

Rifugio Vedretta Piana.

Il sentiero, ben segnalato (prima con il numero 9, poi 9B), inizia prima con una salita dolce attraverso boschi incantati di larici, pini cembri e abeti rossi. Fin da subito sembra di camminare dentro una fiaba. Si percepiva a tatto una magia sottile che si insinuava tra gli alberi e si faceva spazio nel cuore.

Rifugio Vedretta Piana.

Dopo un po’, il percorso si fa più ripido e si snoda tra alpeggi che regalano scorci spettacolari. Il sottofondo sonoro dell’intera escursione è uno dei dettagli più memorabili.

Rifugio Vedretta Piana.

Il fragore dell’acqua ci ha accompagnato in maniera costante, torrenti impetuosi, ruscelli che scorrevano sotto i nostri piedi e sotto ponticelli in legno, e poi cascate su cascate che apparivano all’improvviso come gioielli nascosti nella vegetazione.

Rifugio Vedretta Piana.

Tra i tratti più suggestivi, la salita lungo il Rio Fernerbach. Qui l’acqua danza tra le rocce creando cascatelle che sembrano uscite da un dipinto. Man mano che si sale, il paesaggio si apre. La valle si allarga, le vette si fanno più vicine. Ci fermavamo spesso, a volte per scattare una foto, altre semplicemente per respirare a pieni polmoni e sentire il vento sul viso. Ogni passo invitava a rallentare, ad ascoltare, a esserci davvero.

L’arrivo al Rifugio Vedretta Piana è una ricompensa tanto per le gambe quanto per l’anima.

Rifugio Vedretta Piana.

Siamo ai piedi dell’antico Ghiacciaio di Malavalle, che un tempo arrivava fin quasi al rifugio e che oggi, seppur più lontano, resta imponente e quasi surreale.

Rifugio Vedretta Piana.

Il rifugio, semplice e accogliente, ci ha accolto con piatti caldi, impossibile non assaggiare i nostri amati canederli, e con sorrisi sinceri che sanno di montagna.

Rifugio Vedretta Piana.

La Val di Mezzo

Se soggiornate a Vipiteno, non potete perdervi la meraviglia nascosta della Val di Mezzo, una valle laterale ancora poco conosciuta, e proprio per questo ancor più affascinante. Qui il tempo sembra rallentare. Ampi prati punteggiati da fiori selvatici, malghe di legno e boschi silenziosi, dove l’unico suono è il fruscio delle foglie e il canto melodioso degli uccelli.
Camminare in questi luoghi è come varcare una soglia verso un’altra dimensione: la mente si libera, il corpo si rilassa e l’unico pensiero è godersi appieno l’attimo presente. La Val di Mezzo è il rifugio ideale per chi cerca autenticità e una connessione profonda con la natura incontaminata.

Val di Mezzo.

Le Cascate di Gurgl

Proprio dalla Val di Mezzo si raggiungono le suggestive Cascate di Gurgl.

Cascate di Gurgl.

Il sentiero, facile e adatto anche alle famiglie, si snoda tra un fitto bosco dove è possibile incontrare piante di mirtilli e lamponi, mentre panorami mozzafiato si aprono sul pittoresco borgo sottostante.

Val di Mezzo.

Arrivati alle cascate, lo spettacolo è travolgente! L’acqua si getta con forza da oltre 20 metri, sprigionando un’energia primordiale che si percepisce nel petto. Restiamo in silenzio, catturati dal suono fragoroso e dal profumo intenso della natura circostante, lasciandoci avvolgere da un’atmosfera rigenerante. In quei momenti, tutto il resto svanisce.

Cascate di Gurgl.

Questo viaggio vissuto nel cuore dell’Alto Adige è stato una immersione dentro la natura, ma anche dentro se stessi.
È stato camminare tra paesaggi da cartolina, ma anche ritrovare una parte di sé che spesso dimentichiamo.
Se cercate un’esperienza pura, lontana dai soliti itinerari affollati, questo è il percorso perfetto.
Vi regalerà pace, bellezza e silenzio. E soprattutto: ricordi da custodire per sempre.
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Canazei

 

Ci rileggiamo presto.
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