Trentino Alto Adige Val di Fassa: Rifugi Antermoia e Contrin

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Ci sono luoghi in Italia in cui la bellezza è quasi soverchiante e che sanno parlare all’anima, ogni volta in modo nuovo. Le Dolomiti sono così per noi: una meraviglia che si rinnova, un abbraccio familiare che ci sorprende sempre.
In questo viaggio abbiamo sentito ancora più forte la gratitudine per tutto ciò che la montagna sa regalare: silenzi profondi, panorami che lasciano senza fiato e momenti che restano dentro al cuore.
Abbiamo attraversato, come facciamo ogni anno in estate, diverse valli del Trentino, lasciandoci guidare sempre dalla voglia di scoprire e di entusiasmarci.
Voglio iniziare questo nuovo racconto partendo dalla Val di Fassa, un luogo che conosciamo da tempo, ma che questa volta ci ha mostrato altre meraviglie sorprendenti.
Due escursioni di trekking incredibili: l’ascesa al Rifugio Antermoia, con il suo lago turchese nascosto tra le rocce come un gioiello prezioso, e la pace senza tempo del Rifugio Contrin, immerso in una quiete che cura.
A rendere il tutto ancora più speciale, il soggiorno allo Chalet Vites Mountain a Canazei: accoglienza autentica, calore e uno sguardo privilegiato sulle cime.
E questo è solo l’inizio.
Nei prossimi racconti vi porterò con me anche nelle altre valli che abbiamo esplorato, tra sentieri poco battuti, rifugi in alta quota e piccoli momenti di pura meraviglia.

Rifugio Antermoia e il suo lago

Dati tecnici:
  • Altezza raggiunta: 2496 metri s.l.m.
  • Dislivello: 1000 m
  • Durata: 7 ore
  • Difficoltà: medio – difficile
  • Partenza: Campitello di Fassa/ Rifugio Micheluzzi con navetta
L’escursione al Rifugio Antermoia è una di quelle esperienze che non si dimenticano. Non solo per la bellezza dei luoghi, ma per come riesce a toccarti dentro, passo dopo passo.

Rifugio Antermoia.

Abbiamo scelto di partire a piedi verso il Rifugio direttamente da Campitello di Fassa, lasciandoci alle spalle il paese ancora addormentato, mentre la luce del mattino accarezzava le cime. È possibile anche prendere la navetta fino al Rifugio Micheluzzi (10 euro a persona) nella splendida Val Duron, per accorciare il tragitto. Ma per noi, quel cammino iniziale tra boschi e profumi di sottobosco è stato parte essenziale del cammino.

Da Micheluzzi in poi, il sentiero si fa più deciso, sale lentamente ma con costanza, alternando prati punteggiati di rododendri a tratti rocciosi e aperti, dove il paesaggio inizia a cambiare volto. Dopo diversi tornanti, man mano che si sale, la dolomia prende il posto del verde e ci si ritrova immersi in una scenografia quasi lunare, fatta di pietra, vento e panorami stupefacenti.

Rifugio Antermoia.

È stata un’escursione faticosa, a tratti lunga e impegnativa, ma ogni passo ci ha avvicinati a qualcosa di prezioso. E quando abbiamo raggiunto il Passo di Dona, e poco dopo si è aperta la vista sul Lago di Antermoia, tutta la fatica è svanita. Davanti a noi, uno specchio d’acqua cristallino, incastonato tra pareti verticali e silenzi profondi. Un luogo che sembra custodito dal tempo, una perla segreta nel cuore del Catinaccio. Sono ambienti selvaggi e severi, che insieme a quelli più dolci del fondovalle esprimono tutte le sfaccettature della biodiversità.

Rifugio Antermoia.

A 5 minuti dal lago, il Rifugio Antermoia 2496 metri s.l.m. ci ha accolti con semplicità e calore. Ci siamo seduti all’esterno, con lo zaino ancora addosso, e ci siamo concessi i nostri amati canederli accompagnati da una birra fresca, brindando alla fatica e alla meraviglia.

Intorno a noi un palcoscenico naturale di cime magnifiche e maestose: la Marmolada, la vetta più alta delle Dolomiti, e il gruppo del Sella, con il Piz Boè e il passo Pordoi. In lontananza, si scorgono anche le Odle e la zona di Seceda. Verso nord dominano le imponenti pareti del Catinaccio d’Antermoia, insieme alle Torri del Vajolet, simbolo del gruppo del Catinaccio.
Un momento semplice, ma perfetto e unico! Di quelli che restano impressi, come le vette attorno: solidi, silenziosi, indimenticabili.

Lago di Antermoia.

Per il ritorno si ripercorre lo stesso sentiero dell’andata, in un susseguirsi di paesaggi che, alla luce del pomeriggio, sembrano ancora più intensi. In totale, l’escursione richiede circa 7 ore di cammino (andata e ritorno), pause escluse. Un impegno che richiede energia, ma che ripaga con emozioni profonde e panorami indimenticabili.

Ricorda: la montagna è splendida, ma va rispettata! Preparazione fisica e attrezzatura adeguata e tecnica sono fondamentali! Non improvvisatevi mai. Siate intelligenti e soprattutto ragionevoli!

Rifugio Contrin

Dati tecnici:
  • Altezza raggiunta: 2016 metri s.l.m.
  • Dislivello: 500 m
  • Durata: 4 ore
  • Difficoltà: medio – facile
  • Partenza: Alba di Canazei
Completamente diversa, eppure altrettanto magica nella sua bellezza, è stata l’escursione al Rifugio Contrin, ai piedi maestosi della parete sud della Marmolada.

Rifugio Contrin.

Siamo partiti da Alba di Canazei, quando il sole ancora filtrava timido tra gli alberi. Abbiamo seguito il sentiero 602 e tra vari tornanti in mezzo al bosco si raggiunge in un’oretta scarsa Baita Locia ad un’altitudine di 1736 metri s.l.m. Dalla Baita il sentiero si fa meno pendente, e comincia a percorrere la bellissima verde e rigogliosa Val Contrin, come un invito a rallentare e ad aprire tutti i sensi, fino a raggiungere Malga Cianci a 1900 metri s.l.m.

Sentiero per Rifugio Contrin.

Il cammino è dolce, accogliente, un abbraccio lento che culla i pensieri e distende il respiro. È un percorso che parla di pace, perfetto per chi cerca un rifugio lontano dal rumore del mondo.

Dalla malga poco dopo appare in tutto il suo splendore il Rifugio Contrin, arroccato a 2.016 metri s.l.m., come un piccolo scrigno di serenità incastonato nella natura. L’impatto visivo è sbalorditivo primeggiano le vette della Marmolada, del Gran Vernel, la Cima Ombretta e la Cima Uomo e anche il Gruppo del Sassolungo. Qui il tempo sembra rallentare, e ogni respiro si fa più profondo, più vero.

Rifugio Contrin.

Il rifugio porta con sé la storia di chi ha vissuto quelle montagne: distrutto durante la Prima Guerra Mondiale, è rinato dalle sue ceneri mantenendo intatta la sua anima semplice e autentica. Camminare qui è sentire l’eco di un passato difficile, ma anche la forza della rinascita e della bellezza che resiste.

Rifugio Contrin.

Sedersi davanti a quel rifugio, circondati da boschi e vette maestose, è un invito a lasciarsi rigenerare, a trovare quella calma che riempie il cuore e nutre l’anima.
In quei momenti, mentre il vento sfiora il volto e il silenzio accompagna il respiro, capisci davvero cosa significa ritrovare se stessi tra le montagne.

Rifugio Contrin.

Per il ritorno si procede per la stessa strada effettuata all’andata.

Dietro questa affascinante escursione in Val Contrin si cela una leggenda antica: quella di Conturina.
Conturina, bellissima fanciulla, aveva una matrigna gelosa che favoriva le sue figlie brutte. Nonostante i suoi sforzi, tutti ammiravano solo Conturina. Per vendetta, la matrigna la fece trasformare in pietra da una strega e la abbandonò sulla rupe sopra il Passo di Ombretta.
Ancora oggi, si narra che di sera si senta il suo canto triste, e che solo entro sette anni dall’incantesimo sarebbe stato possibile salvarla. Ora Conturina è per sempre parte della montagna.
Se guardate bene le rocce sopra il Passo, potreste scorgere il suo volto.

Rifugio Contrin.

Dove soggiornare a Canazei?

Dopo le due escursioni di trekking così vigorose e piene di emozioni, nulla è stato più dolce che tornare a rifugiarsi nello splendido Chalet Vites Mountain, a Canazei.

Chalet Vites Mountain.

Un vero gioiello a quattro stelle, incastonato tra le montagne, avvolto in un silenzio che sembra quasi fiabesco.

Chalet Vites Mountain.

Le camere, curate con amore in ogni dettaglio, raccontano la passione per la montagna. La nostra suite era incantevole: arredi in legno naturale, tessuti morbidi e profumati, e ampie finestre che si spalancano su panorami mozzafiato, dove le Dolomiti si ergono maestose come custodi silenziosi dei nostri sogni. Ogni mattina svegliarsi con quella vista era come ricevere un abbraccio dalla natura stessa.

Suite Chalet Vites Mountain.

A rendere il soggiorno ancora più speciale, lo staff dello Chalet Vites: gentile, attento e straordinariamente professionale. Ci siamo sentiti accolti con quella discrezione elegante che solo i veri professionisti sanno offrire.

Dopo le escursioni, il centro benessere dello Chalet diventava il nostro rifugio personale: la sauna avvolgente, il bagno turco che purifica e le docce emozionali che risvegliano i sensi trasformavano la stanchezza in un ricordo lontano, lasciando spazio a un relax profondo e rigenerante.

Centro benessere Chalet Vites Mountain.

E la colazione ogni mattina era una vera festa per il palato e per l’anima. Prodotti locali di prima qualità, dolci che profumano di casa, frutta fresca e colorata, omelette, cornetti e tanto di più. Ogni giorno, un piccolo banchetto di montagna: un inizio perfetto per la giornata di trekking in arrivo.

Colazione Chalet Vites Mountain.

Senza dubbio, Chalet Vites è uno di quei luoghi che ti fanno desiderare di fermarti ancora, di concederti qualche giorno in più per assaporare ogni attimo, tra il calore dell’accoglienza e la maestosità delle Dolomiti che ti guardano dolcemente. Un luogo che resta nel cuore e che già sogniamo di rivivere.

Chalet Vites Mountain.

Canazei

Ad arricchire il nostro soggiorno c’è stata anche Canazei, il borgo in cui sorge lo Chalet Vites. Situato a 1.465 metri di altitudine, questo incantevole paese è uno dei centri più amati delle Dolomiti, non solo per la sua posizione strategica tra il gruppo del Sella, la Marmolada e il Sassolungo, ma anche per la sua anima autentica, fatta di tradizioni ladine, ospitalità sincera e passione per la montagna.

Canazei.

Passeggiando per il centro si respira un’atmosfera viva e accogliente: tra chalet in legno, botteghe artigiane, ristoranti tipici e scorci che sembrano cartoline, Canazei è il perfetto equilibrio tra bellezza naturale e cultura alpina. In estate è il punto di partenza ideale per escursioni e vie ferrate, mentre d’inverno si trasforma in una delle capitali dello sci dolomitico.

Ma Canazei è molto più che un punto di partenza è un luogo che sa fermarti, che ti invita a rallentare, a sederti su una panchina in legno con vista sulle vette, ad ascoltare il suono del torrente Avisio, o a lasciarti stupire da un tramonto che infiamma le montagne. Un borgo che custodisce l’anima della Val di Fassa e che, ogni volta, riesce a farsi ricordare. Ha lasciato un segno indelebile nei nostri cuori!

Canazei.

Due rifugi, due anime diverse ma un’unica grande emozione. Il Rifugio Antermoia, cullato dal silenzio delle Dolomiti, si affaccia su un lago che sembra uscito da un sogno: acque ferme come uno specchio d’argento, incorniciate da cime che tolgono il respiro. Davanti a tanta bellezza, le parole si fanno piccole e resta solo lo stupore.

Il Rifugio Contrin, invece, è un abbraccio di pace. Un angolo di mondo dove il tempo rallenta, dove l’aria profuma di bosco e di libertà, e ogni passo risuona lieve, come se la montagna volesse sussurrarti un segreto.
E poi, tra una salita che accende il cuore e una discesa che accarezza l’anima, lo Chalet Vites: rifugio nell’anima del viaggio. Caldo come un camino acceso, elegante come un gesto gentile, accogliente come una casa che ti aspetta. E attorno, Canazei, con la sua semplicità autentica, ci ha regalato l’atmosfera perfetta per vivere tutto questo.
Se il tuo spirito è come il nostro e ama perdersi tra sentieri di trekking, vette e silenzi, tra natura selvaggia e momenti di quiete profonda, questo itinerario è una poesia da vivere, passo dopo passo.
Queste escursioni sono un sussulto al cuore, quando arrivi in cima, non hai solo conquistato un sentiero hai ritrovato te stesso. E così che ogni volta mi sento!
Questo è solo l’inizio di un viaggio più ampio, alla scoperta delle valli più autentiche del Trentino. Non perdere i prossimi articoli: ti porterò con me tra altri sentieri nascosti, panorami che commuovono e storie che sanno di montagna vera.
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