Castello di Baia e Piscina Mirabilis, Campi Flegrei

I Campi Flegrei terra di mito, storia e leggende traboccano di gioielli da esplorare. E’ qui, nella mia regione la Campania, che si intrecciano storie millenarie che tessono in mille sfumature di colori il fascino del luogo e le bellezze che ospita. Per chi non conoscesse questa terra consiglio vivamente di visitarla per restare a bocca aperta. Qui, dove antico e nuovo convivono alla perfezione, il vostro cuore si riempirà di stupore.

Vi ho mostrato già nei miei vecchi articoli molti luoghi da non perdere in questa zona, oggi vi conduco alla scoperta di altri di altrettanta bellezza: il maestoso Castello Aragonese di Baia e l’affascinante Piscina Mirabilis.

Pronti? Che l’incanto abbia inizio!

 

Castello Aragonese di Baia

A Baia, frazione di Bacoli, a pochi chilometri da Napoli, sorge in tutto il suo splendore e magnificenza il Castello Aragonese di Baia. Questo fu eretto su un promontorio naturalmente difeso su ogni lato. Da una parte un altissimo dirupo tufaceo a picco sul mare, e dall’altro dalla profonda depressione data dalle caldere di due vulcani chiamati “Fondi di Baia”.

La sua posizione, dalla quale dominava tutto il golfo di Pozzuoli fino a Procida, Ischia e Cuma, lo rendeva inespugnabile.

castello di baia

Castello di Baia.

La sua maestosità colpisce a prima vista, basti pensare che si sviluppa su una superficie di 45.000 mq. e appare oggi come l’insieme di sovrapposizioni architettoniche realizzate nel corso dei secoli. Il Castello di Baia, insieme al Maschio Angioino, Castel dell’Ovo, Castel San’Elmo e Castello Aragonese di Ischia, rappresentano le principali opere costruite durante la storia della zona partenopea per difendersi dagli attacchi dei nemici.

Castello di Baia.

Non solo il suo aspetto esterno rende questo castello stupefacente, ma anche la sua storia è davvero incredibile e particolare. Prima di essere infatti la fortezza che possiamo ammirare oggi il Castello di Baia era una villa romana. Furono i lavori iniziati nel 1999 che la portarono alla luce. Essa presenta due impianti databili al II-I secolo a.C. (I fase) e al I secolo d.C (II fase). E’ lecito ipotizzare, che per lo sfarzo dell’architettura, l’appartenenza a Cesare e, forse in seguito, a Nerone.

Riproduzione della Villa romana.

La costruzione del castello fu iniziata invece dagli Aragonesi nel 1495. Dopo l’eruzione del Monte Nuovo, nei Campi Flegrei nel 1538, il viceré spagnolo Pedro di Toledo ne dispose la radicale ristrutturazione e l’ampliamento con un complesso di opere che conferirono al monumento l’aspetto attuale. Il castello mantenne la funzione di fortezza militare fino al 1860, cui seguì una fase di decadenza. Fu solo nel 1984 che l’edificio fu consegnato alla Soprintendenza Archeologica di Napoli perché ne realizzasse il Museo Archeologico dei Campi Flegrei aperto dal 1993.

castello di baia

Castello di Baia.

La visita (costo biglietto 5 euro) inizia dalla terrazza all’entrata, e fin da subito la vista è incantevole immediatamente su Miseno e Monte di Procida che sembrano tanto vicini da poterli toccare con un dito. Seguendo il percorso, passiamo l’arco di ingresso e seguiamo una breve salita, oltrepassato un ponte levatoio, che ci conduce verso una torretta di avvistamento. Qui, lungo il tragitto, sulle pareti della fortezza, si possono ammirare anche i resti di alcuni mosaici.

Tutto il panorama è uno spettacolo: da un lato Pozzuoli e il Rione Terra e, dall’altro, l’intero golfo di Napoli con il suo Vesuvio, sino a Capo di Sorrento con Capri. Dall’altro lato invece ci sono Capo Miseno e il litorale di Licola. Se siete fortunati e la giornata è nitida, sempre nella stessa direzione, è possibile scorgere le altre isole del golfo Procida e Ischia.

Castello di Baia.

Dopo aver contemplato a lungo il blu del mare e del cielo che si abbracciano in una cartolina emozionante vi consiglio di dirigervi verso il Museo.

Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è situato all’interno del Castello Aragonese di Baia. E’ suddiviso in 5 sezioni secondo i 5 siti che erano presenti nell’antichità nell’area flegrea: Cuma, Puteoli, Baiae, Misenum e Liternum.

La visita delle sezioni del Museo dei Campi Flegrei ricrea un percorso dinamico ed entusiasmante, fatto di rampe e scale suggestive, terrazze panoramiche sino alla spettacolare Piazza d’Armi, dalla quale si può godere di un’amplissima e splendida veduta dell’intero Golfo di Napoli.

Museo Archeologico Campi Flegrei, Castello di Baia.

Inoltrandosi all’interno del percorso museale, si percepisce la cura con cui è stato organizzato per far rivivere allo spettatore a 360 gradi il suggestivo assetto del territorio flegreo. Una terra nella quale confluiscono tante realtà storico-culturale centrali per la conoscenza del Mondo Classico e la bellezza di un paesaggio forgiato dai tanti vulcani sempre in attività. Qui convivono mistero, bellezza e fascino, un perfetto connubio che ammalia, stupisce e a tratti inquieta.

 

Piscina Mirabilis

Sempre a Bacoli c’è la possibilità di immergersi in un silenzio surreale e ritrovarsi dinnanzi a qualcosa di immenso: ci troviamo nella spettacolare e magica Piscina Mirabilis che sembra una vera e propria cattedrale sepolta.

La Piscina “Ammirabile”, come la definì Petrarca nel corso di una sua visita, non è un luogo però di culto, ma una grande cisterna di età romana, la più grande realizzata.

piscina mirabilis

Piscina Mirabilis.

Passeggiare al suo interno da l’idea di visitare una struttura senza confini. I fasci di luce poi che la illuminano rende l’atmosfera incredibilmente mistica. Sono stati tanti i visitatori che hanno lasciato le loro firme sulle pareti, tra questi anche il grande Mozart. Aveva appena 14 anni e ad accompagnarlo fu il padre Leopold.

La cisterna è mastodontica ed è stata completamente scavata nel tufo. E’ alta circa 15 metri, lunga 72 larga 25. Tutte le pareti sono state foderate con un particolare intonaco impermeabile, il “cocciopesto”. Immaginate che l’acqua qui in epoca romana arrivava fino alle volte, circa 12.000 m³.

Piscina Mirabilis.

Questo gigantesco luogo era il punto di arrivo di un grande acquedotto, l’acquedotto augusteo, che portava l’acqua dalle sorgenti del fiume Serino, nell’avellinese, fino a Napoli e ai Campi Flegrei, alimentando nel suo percorso ben otto città, tra le quali Pompei. Dopo quasi 100 km l’acqua del Serino si riversava in questa gigantesca cisterna che serviva Miseno, il porto che in età augustea era la più importante base militare del Mediterraneo.

Ogni volta che si visitano questi luoghi senza tempo ci si rende conto dell’ingegno di quei popoli antichi. Questa è senza alcun dubbio una meraviglia dell’ingegneria dell’antichità, realizzata quando ancora non esistevano l’elettricità, i computer, il cemento armato. Il trionfo della bellezza e della storia che ancora una volta ci insegnano.

Spero come sempre di avervi lasciato i giusti consigli per delle visite immersi nella bellezza.

Come sempre ci rileggiamo qui.

Al prossimo racconto.

 

Scopri anche le altre meraviglie dei Campi Flegrei:

il borgo di Pozzuoli

Parco archeologico di Baia

Parco archeologico di Cuma

Il sentiero di Capo Miseno

 

 

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